JESSE REDWING (Light My Way)
 di Rino 'Pili' Colangelo Iacovella



        

  Recensione del  11/11/2020
    

Sydney, Australia.
Jesse Redwing si muove su varianti del blues accese e chitarristiche, Light My Way ha dentro dei germi strani che lo fanno essere tutto il contrario di quello che appare.
Quel tempo preso dal R&B non rischia di elidersi nell'uno contro l'altro e di perdere efficacia nei momenti in cui, davvero, significano qualcosa (Rubberband, Next Ex e Lil Flame).
I fiati costruiscono quella patina funky alquanto vitale in Fade, con chitarre, armonica e blues in I Can't Win, Jesse Redwing segue una contaminazione fra elementi melodici delle due modalità espressive e c'è gioco, di alto livello ad ascoltare anche Been Mistook e nell’ottima Buried at Sea, carica come la messa in gioco rischiosa dell'esistenza, dell'urgenza impellente, irriducibile del vivere.
Light My Way è davvero trascinante, legato sapientemente dalle immagini ad un paesaggio del blues caldo e suggestivo.