TIMO GROSS (Black Dawg Bone)
 di Rino 'Pili' Colangelo Iacovella



     

  Recensione del  30/03/2024
    

Pausa di 8 anni, ma per il cantante/chitarrista tedesco Timo Gross è solo una diversa concezione del tempo, una sorta di “eterno presente” in cui l’oggi convive col passato.
Il rock e lo swamp/mississippi blues che traspare da Black Dawg Bone è un nuovo capitolo di un discorso autoriale dotato di una sua “coerenza”.
Voce cavernosa, chitarra acida (arriva in fretta, le avvisaglie in Train of Mercy sono suggestive) poi l'armonica che accompagna il fluire della splendida ballata Devils Class, mette in risalto uno “sguardo” che, alla fine, ci vede più in là degli altri (Running Wild, aggiungo).
Il blues/rock è ricco di valori, modelli esemplari, immutabili e rassicuranti verso il quale volgersi (Wicked Game, Good Luck Galore e una Heaven Will Be Mine in cui lentamente divampa, riuscendo a farsi momento di riflessione).
Qualche rotta diversa (Rock and Roll, però è accattivante), Black Dawg Bone non bada al tempo che passa e procura emozioni.