BLACK CROWES (Happiness Bastards)
 di Rino 'Pili' Colangelo Iacovella



             

  

  Recensione del  23/03/2024


    

Stanchi di litigare e di guardare il rock dall’esterno, i fratelli Robinson decidono di rientrarvi e per “farsi carne” si concentrano su Happines Bastards.
Un disco che tra scopi di tipo karmico o salvifico, è utile per tornare ad assaporare i colori, gli odori, i sapori di rock’n’roll, con fare da chirurgo, rovesciano e scelgono il lato che con più potenza mostri l’intreccio indissolubile dei significati in una succolenta accoppiata iniziale (Bedside Manners e Rats and Clowns).
La Vita per i Black Crowes è anche terra, essenza, sudore, ed è anche e soprattutto sentimento, passione, cuore (Cross Your Fingers alle muscolari Wanting and Waiting e Dirty Cold Sun).
Sembra di rivedere la fisicità di anni addietro, come quella immanente delle statue e sculture di santi che costellano i luoghi di culto, Happines Bastards non aspira a tanto, sia chiaro… ma con l'armonica di Bleed It Dry fino alla ballata di Kindred Friend (con nel mezzo la bella Follow the Moon), si avverte quel dolce andare… nel rock.
Come nei sogni, come negli incubi, e non ha quasi mai una direzione necessaria: è un vagare aleatorio e mai faticoso.
Merito solo di Chris e Rich Robinson!