JACK ADAMANT (Unkind) •••
 di Rino 'Pili' Colangelo Iacovella



        

  Recensione del  28/06/2019
    

Italiano ma vive a Stoccolma, Unkind è il disco di chi non è abituato a seguire percorsi prestabiliti: perdersi, tornare indietro, fermarsi, ritentare, segnali che si defilano nell’approccio di Jack Adamant alla musica, Alternative Rock/Underground che ha basi non certo nei giorni nostri, ma lo racconta con un suono deciso e intriga il modo in cui lo fa lievitare in brani come A Gap in the Sun e Just Telling Ya.
Rock dalle scure tinte metropolitane, a dargli lo spessore e l'interesse c’è la naturale impulsività di un ragazzo che affronta la vita divorando tutto ciò che essa offre, rievoca il suo passato attraverso il filtro dei ricordi, parla in modo schietto della realtà quotidiana, ciò che la superficie cela, vela e rivela con l'irruenza vitalistica che lo guida alla scoperta del mondo, e ne scopre il lato amaro il più delle volte (da And I e Into a Unkind e Secretly Looking for a Way to Escape).
Tra la superficie visibile di Unkind si capisce che il disco di Jack Adamant non ha le classiche funzioni di arredo della musica nostrana, che dove lo metti sta.
No, è qualcos’altro, e bisogna prestargli attenzione.