
Qualche anno fa, all'epoca di 
Gentleman's Blues (il loro capolavoro) cantavano "siamo l'ultima rock'n'roll band del pianeta". Espressione curiosa e divertente, ma anche sintomatica di quel malessere che da tempo circonda chiunque abbia il coraggio di mostrarsi chitarra in mano e cavo infilato dell'amplificatore. Pura disinformazione, un po' modaiola e molto ignorante. Perché così anche un gruppo colto ed intellingente come i 
Cracker (e 
Forever ne è un buon esempio) passa in secondo piano, battutine idiote sul nome comprese. 
Invece 
David Lowery è un songwriter e un cantante dal piglio visionario (non a caso ha un passato di spicco nei Camper Van Beethoven) e 
Johnny Hickman è un chitarrista come pochi. A completare il quadro vanno aggiunti 
Kenny Margolis (dai Mink De Ville a Elliott Murphy, un pedigree senza macchie), il nuovo bassista 
Brandy Wood e Frank Funaro (già nei Del Lords) alla batteria. Più qualche amico che va da 
Mark Linkous degli Sparklehorse (che collabora anche alla produzione di Forever) a Joan Osborn e fino a 
Adam Duritz dei Counting Crows. 
Tutti insieme costruiscono un disco che ha un sapore più pop di Gentleman's Blues, ha qualche esperimento eccentrico (
Let's All Be Someone Else, Superfan), una varietà di soluzioni che ricorda The Golden Age (archi compresi) e un pugno di canzoni decisamente belle. Il finale di 
Forever, in particolare, è notevole, il che è di buon auspicio per il futuro: 
Sweet Magdalena è una grandissima canzone piena di ricami chitarristici di Johnny Hickman; 
Merry Christmas Emily è una canzone natalizia sui generis, ma anche una pop song come difficilmente se ne sentono in giro (eccellente il lavoro all'organo); 
Forever ricorda moltissimo 
Kerosene Hat; 
One Fine Day gira attorno ad un riff molto Led Zeppelin (e altre folate di organo anni Settanta). Altrove 
Forever è un po' altalenante: va bene con 
Ain't That Strange (pop molto intelligente, come è nelle intenzioni dei Cracker), un po' meno con 
Guarded By Monkeys che è facile pensare quali sviluppi potrebbe avere dal vivo, senza gli archi, e con uno spazio maggiore per quelle contorsioni chitarristiche che qui sono tenute a freno. 
Detto che la coppia composta da Johnny Hickman e David Lowery ricorda sempre di più quella duratura e solidissima di Tom Petty e Mike Campbell (e complimenti se riusciranno a continuare), giunge l'ora dei consigli per gli acquisti. 
Gentleman's Blues, se già non avete provveduto, viene prima di tutto (magari insieme a 
Kerosene Hat). 
Garage D'Or, specie nella versione doppio compact disc (con outtakes e live) è l'antologia giusta per chi deve ancora conoscere i 
Cracker. 
Forever è un passo dopo, ma se proprio non sono l'ultima rock'n'roll band del pianeta, come loro ne sono rimasti pochi.