
Si sa che una delle caratteristiche principali delle jam bands è la grande differenza tra i dischi in studio e quelli dal vivo. Infatti, se un brano inciso tra quattro mura deve giocoforza stare entro certi limiti temporali (di solito tra i tre e i cinque minuti), lo stesso brano riproposto on stage può durare anche mezz'ora, con continue improvvisazioni e cambi di tempo: è il caso dei mitici Grateful Dead e, più recentemente, dei Phish, tanto per fare due nomi a noi cari. È il caso anche degli 
Why Store, band dell'Indiana da noi scoperta tre anni fa grazie al loro esordio omonimo. 
Il quintetto (
Chris Shaffer, leader del gruppo, Michael Smith Greg Gardner, Jeff Pedersen, e Charlie Bushor) dal vivo è un treno in corsa, e lo dimostra questo live monumentale (due CD, circa due ore e mezza di musica) dal titolo 
Live at midnight. I Why Store sono una band eclettica, passano con disinvoltura dal rock più aggressivo alla pischedelia, al country, al folk, alla jam pura; hanno un suono potente, sono creativi e Shaffer è un leader con il giusto carisma. Non è un disco facile, è molto lungo, ha una valanga di suoni, ma in certi tratti è irresistibile. 
Si inizia subito in maniera potente con 
Let you in: chitarra wahwah, ritmo acceso, voce profonda; un quarto d'ora di puro rock hendrixiano ad alto tasso elettrico, senza sbavature, con notevoli interventi di organo. 
Everybody e Tell ya why sono due gradevoli brani pop-rock (ottimi il cambio di tempo nella seconda), 
Weeping è una rock track molto classica, introdotta da una vivace armonica e con assoli a raffica. La breve 
good to me è un'oasi rilassata, una bella ballata elettroacustica; il medley 
Fade away/Still inside of you è un'altra cavalcata elettrica ampiamente dilatata, con un intermezzo psichedelico in puro Dead-style. 
Con 
Lack of water si cambia totalmente registro: si tratta di un brano solare, quasi country rock, molto godibile. La tenue 
Reality, apre il secondo Cd, seguita dalla splendida 
Manie man, ballata intensa e fiera, dall'andamento quasi western. 
Broken glass, elettrica e tesa allo spasimo, contrasta con la quasi bucolica 
So sad; la vivace 
When you're high e la lunga (più di sedici minuti) 
Sleepy train, altro tour de force per Shaffer e soci (sentite il piano), chiudono il doppio CD. Un disco tonificante, da prendere a piccole dosi ma da gustare fino in fondo. Per gli amanti del jam sound e della musica suonata con la testa.