
La band della Virginia, al quinto disco, si muove sul confine dell'Alt. Country e non è affatto un male superarlo nel processo di scomposizione / condensazione del mondo bucolico costruito da 
Leavin’ This Holler.
Il cantante/chitarrista Isaac Gibson spinge sull'elettro-acustico di matrice roots/country e la disinvoltura paga in 
Hillbilly Happy e Yearnin' for You.
I 
49 Winchester lavorano bene anche nel fecondo crocevia del rock in cui si incontrano col l'altro chitarrista Cole Chafin (vette di piacere che riscoprono impatti emotivi,  
Make It Count e Tulsa).
C’è come una gerarchia metabolizzata a cui Leavin’ This Holler sa rimanere fedele, senza piegarsi agli obblighi commerciali del mondo musicale, e se nel finale luccicano 
Rest of My Days e Traveling Band è solo perché  riescono a costruire un piccolo universo in continuo movimento, fisico e, soprattutto, affettivo.