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Recensione del 25/05/2024
 Picasso's Villa si veste e si sveste senza soluzione di continuità, è come un film illusionistico che non ti fa vedere il trucco, e allora sei più che disposto a restare a bocca aperta. Anders Osborne mischia rock e ballate, lascia andare chitarre e melodia (Reckless Heart a Bewildered), armonica all'accorrenza (gran avvio con Dark Decatur Love), sullo sfondo, il genere umano incapace di godere del presente, di capirlo e amarlo, se non quando è ormai passato e irrecuperabile. Sferzante nella bellezza di Real Good Dirt, a farsi spettacolo uditivo, un viaggio nel rock, pensiero in forma di note, e l’occasione di coglierlo si ripete (Returning to My Bones), Anders Osborne messo su quella strada, ne sa cogliere spirito e riflessioni (To Live al finale elettro-acustico di Le Grande Zombie). Picasso's Villa crea dipendenza emotiva indolore.
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