
Spazi, i colori, i suoni e i rumori del Blues, quelli dipinti nella ruvida bellezza di 
No Man’s Land mettono sul piatto rischi e la fatica di vivere in una piccola cittadina texana. 
Il 'one-man-band' 
Scott H. Biram mancava da quattro anni, è ancora capace di incorniciare la vita come da una finestra o una porta, come il cineasta Tarkovskij. 
Un collage di suoni corposo, ha un filo narrativo nel blues ed è sempre presente ma deve essere identificato decifrando i singoli frammenti (
High & Dry e 
Easy Rider a 
Inside a Bar) e gli echi e le risonanze che derivano dall’alchimia dei loro accostamenti (
Dig a Hole/Big Liar e 
Sinner’s Dinner).
The One & Only Scott H. Biram è esattamente ciò che ti aspetti, e allora va bene così.