
Transizioni, arrivano da una fattoria del Kentucky, riflessioni di un cambiamento che fanno bene al quinto disco di 
Stoll Vaughan. 
Dall'armonica di una ballata carica di emozioni, 
Just Another Day, elettrificando al punto giusto 
Fate, arrivano spunti iniziali davvero intriganti, come seguire un percorso dritto e trovarsi in una stanza con tutta la musica che si desidera.
Stanze che Stoll Vaughan arreda con quello che gli pare e piace, e in 
Dream In Color man mano si capisce che č in grado di saper arredare anche tutte le altre stanze (ballate di spessore, 
Thick of It e 
Farmer's Almanac a virate chitarristiche 
Killing Floor).
Americana, passi folk da rodato songwriter, momenti continui di sospensione “artistica” (
Dream in Color a 
Brother James e la gran bella chiusura con 
1883), la linea che separa queste ballate da buchi dal sapore di vita vera č labile. 
Stoll Vaughan sa come riempierli, quei buchi.