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Recensione del 08/06/2023
 Le Stardust Sessions, un antipasto per Samantha Fish e Jesse Dayton, la storia (le storie) del duo con Death Wish Blues si evolvono e si sfilano fino ad avvolgere e intrigare l’ascoltatore nella loro apparente durezza. A bordo di una cadillac, Deathwish libera rock, blues, ma come si ascolta in Down in the Mud e Flooded Love, le influenze sono diverse, lungo il bordo di uno spazio dove luoghi e persone possono mettere in mostra la libera verità che deriva dall’essere vivi (Riders a Trauma). Consideriamoli come territori di un discorso che riesce a tenere la complessità e l’enigmaticità del suo oggetto, rock & blues (Rippin' and Runnin' a Dangerous People), con un paio di ballate a ripercorrere una serie di stazioni dei sentimenti incompiute, Know My Heart e soprattutto quella perla di No Apology, da cui ripartire con una direzione chiara. Quella tracciata da Death Wish Blues.
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