
‘Power trio’ da poco, per una decina di anni in tour si è visto  Chris Tapp, voce e chitarre e Brian Mullins alla batteria, l’ingresso del bassista Bruce Klueh apre una nuova fase nel blues-rock.
Voices, sesto disco, si prende la parte difficile della vita, come quando fu diagnosticato il cancro al vocalist, deciso a promettergli solo pochi mesi di vita, e invece eccolo a urlare al mondo speranza e un diario di vita personale che morde in 
Nothing But The Blues e 
Come For Me.
Chitarre e percussioni seguono le vie dei 
Cold Stares in modo soffocante ma c’è luce, quella di 
Lights Out è comunque  affascinante come la melodia di 
Got No Right e 
Waiting For The Rain Again, a costruire una sorta di mausoleo rock da contrapporre al suo contrario, come nel deserto svuotato di segni si liberano 
Sinnerman e 
It's Heavy.
La ballata 
The Ghost all’inseguimento di un passato dei Cold Stares non ancora perduto seppur incagliato nei traumi della vita.