
La sacra tradizione del classic rock in uno scenario british, la band dei 
Sweet Crisis ne mette in discussioni i confini pre-ordinati, sul superamento degli stili adottati ci sarebbe da discutere ma a guardare la realtà del rock, osservarla nei suoi strati e riproporla, 
Tricks On My Mind ha frecce al suo arco da sferrare a iosa.
L'ugola del vocalist Leo Robarts pizzica a dovere 
Loosen Up e 
This Guitar, energia di chi è abituato a guardare lontano, verso ciò che c'è oltre, e c’è abbastanza tra 
One Way Traffic e 
Ain't Got Soul, si affacciano contaminazioni tipiche dei suoni metropolitani che rendono protagonista il lavoro alla chitarra di Piers Mortimer, e come tra i suoi quartieri, i suoi abitanti, ci si muove in un ambiente sociale composito, ricco nei 6 minuti di 
Misty Haze.
Tricks On My Mind conserva la sua libertà, ed è dopotutto semplice (così piacevole in 
Black Magic), proprio come un gatto. 
Un gatto fa ciò che vuole, gli Sweet Crisis fanno solo ciò che a loro piace, scelta trasparente in 
Love Me Like Sugar, diramazioni melodiche sempre affascinanti e ciò non toglie che queste deviazioni dal percorso originale rendano Tricks On My Mind più sfaccettato e aperto nella psychedelica visione di 
Living Life On The Edge.
Senza indugi, in Tricks On My Mind accade qualcosa.