
Arrivano da San Diego, un trio dal 2010, suono incline alla psichedelia e lo trovano spesso, le chitarre libere di spaziare nell’esordio 
H.S.P tracciano una rete sottile di ammiccamenti, corpose sottolineature, corsivi, distinguo, riferimenti di indubbia ricchezza al rock anni sessanta/settanta. 
Il valore di fondo di Carlos Carrillo (chitarra, voce), Delmar Duenas (basso) e Michael Khamo (batteria), č nello scavo del senso nascosto della melodia e il panorama č quindi destinato ad essere abbastanza vario e irregolare (i primi acuti alla jam chitarristica in 
Solitary Heart Blues e si enfatizzano in 
Going to the Sun e in 
Free Love con dall’altra, la bella armonica che accompagna la solida e convincente 
Sacrificial Politician).
Con gli 
Home Sweet Psychedelic c’č anche un limpido e libero galleggiare sul tempo morbido del blues in 
Delta Blues e tra 
Won't You Be My Lover e 
Ive Tried so Hard to Forget You. 
Il palcoscenico di H.S.P si apre a sua volta a molteplici intercapedini, chitarra sempre complice, fa abitare volumi di note con le quali confrontarsi continuamente nella bellezza di 
Down South e nel finale di 
H.S.P (Home Sweet Psychedelic).
Non spariscono in fretta e dalle quali val la pena lasciarsi avvolgere.