
I 
Black Crowes sono dietro l’angolo, le voci di una 'reunion' sono insistenti, allora questo secondo capitolo dei 
Magpie Salute dove lo si inserisce? Scritto a Nashville nella stessa sessione del Primo capitolo meno un paio di canzoni registrate durante il tour dello scorso anno, una decisione che sembra la conseguenza a un progetto fermentato da tempo, ma su di un palco è come una roccia vulcanica la cui forma prima di fissarsi definitivamente è ancora pronta a sgretolarsi o deformarsi.
High Water II è ancora meglio del primo episodio, Rich Robinson e Marc Ford mettono su di un piedistallo l’american classic rock, così puro da ripensare quel linguaggio in una diversa fruibilità, dove tempi, ritmi, angolazioni (le toste 
Sooner Or Later e 
Leave It All Behind, i sentori corali anni ’70 di 
Gimme Something) sono modi del racconto di High Water II che possono essere solo quelli di una grande rock ‘n roll band a sentire come le interferenze dei fiati di 
In Here, ne esaltino il piacere.
La parentesi elettro-acustica di 
You And I, 
A Mirror raggiunge 
Mother Storm fino alla conclusiva 
Where Is This Place, non sembra, ma mira a integrarne l'espressivita in un insieme di cui le chitarre sono la manifestazione privilegiata, che 
Turn It Around e 
Doesn't Really Matter palesano in un rock di stampo classico che non ha la presunzione né la debolezza di volere piacere a tutti, ma l'onestà di selezionare il pubblico, e quello dei ‘Corvi’ non aspetta altro.