
Terzo disco per gli svedesi della 
Lisa Lystam Family Band, altro raggio di luce caldissimo in un autunno che fatica a farsi largo. 
Da 
Get Out Of Bed elementi blues e rock si iniziano ad accumulare, la funzione metaforica sul mondo trae giovamento dalla spinta delle chitarre di Matte Gustafsson e Fredrik  Karlsson, e inaspettamente proprio quest’ultimo prende il microfono in 
High Expectations, un  duetto riuscito, come l’album 
III.
La voce di Lisa Lystam e la ricerca della melodia vengono in superficie in 
Crying Through The Day, per poi ritirarsi sullo sfondo quando le chitarre prendono spazio, il fascino del lavoro alle corde sale impetuoso nella tosta 
Bring Me Somewhere e in 
I Can't Hold You Glory con l’aggiunta di un’armonica mai doma (quella di Mikael Fall, e si ripete con successo in 
Can I Get A Little e 
Wherever I Can Find My Love).
Non ci sono scivolate decorative, l’intro acustico nella ballata di 
Glory non si trasforma in un alibi, Qui lo spazio viene attraversato, solcato, con grazia e talento da Lisa Lystam e lo ripete in 
Luke, violata dalla chitarra solo per definirne i contorni tra rock&blues, di quelli che amano spesso prendere angolazioni diverse.
Da 
Take Me alla chiusura di 
Not As Good As I Sound, non emergono ripetizioni o banalità melodiche sempre uguali a se stesse, un punto di arrivo della Lisa Lystam Family Band che non passa inosservato come III, ha punti di riferimenti che non vanno mai alla deriva in un mondo che sa essere sordo, superficiale e propenso al banale. 
La Lisa Lystam Family Band è un'alternativa da non lasciarsi scappare.