
La famiglia McCollum si allarga, dopo Parker più incline al country/rock, adesso tocca a Tyler Stephen esordire con 
Backbone a ricreare il tono caldo e semplice del quotidiano texano.
Time Machine e 
Learn to Fly mostrano che il ragazzo si muove con disinvoltura nell’americana, melodie orecchiabili, radiofoniche ma non banali, fatte di fughe e controfughe chitarristiche, tentativi di aprire gli spazi ben segnati nel mercato texano e Backbone ha buone possibilità di superarli. 
Nelle ballate 
No Words e 
Passin' through tutto è ben calibrato tra americana e profumi country, poi ci sono gli sbalzi di 
Mary, impennate da rocker, e una 
Crockett, Tx che mostra come 
Tyler Stephen McCollum non costringe l’ascoltatore di continuo a tornare su passi conosciuti.
Riassorbe la tradizione cantautorale texana e non la smorza in passaggi prevedibili con le interferenze della chitarra in 
Evelyn Roy e la piacevole chiusura di 
Uk Cocaine Blues dove mostra di avere la stoffa dura, di quelli che chiudono con certezza e col proprio stile, tutti i bordi di Backbone.