
Dall’Alabama al Mississippi, cresce in una famiglia con la predilezione per il blues, la strada segnata per 
Brett Benton al disco di debutto (un Live e un Ep in passato sono serviti a rodarlo), in 
You Got To Pray tutto è limpido, fluido, blues viscerale da 
Last Time al delta blues ipnotico di 
I Got A .45, Brett Benton sembra avere idee chiare su dove andare a parare. 
Gira attorno a quel nucleo musicale trovando sempre il bandolo per svilupparlo, dando così vita a momenti niente affatto interlocutori nella ballata di 
Murder Creek e la deliziosa 
Hard Love.
C’è sempre un sano dinamismo (
I’Ve Been Runnin e nell’unica cover, 
Kokomo di Mississippi Fred McDowell) la vena accesa del blues continua a rompere gli argini e creare parentesi nel Mississippi con 
Hey Baby e lasciando la chitarra slide libera di spaziare in 
Alligator, dove compare 
Cedric Burnside alla batteria. 
La giusta compagnia per spremere gli ultimi succhi residui di un bel disco, You Got To Pray.