
Mississippi delta blues spiritato e chitarristico, la band di Seattle dei 
GravelRoad al sesto disco presenta un forte contrasto tra la forza immanente di una natura ancora ‘primitiva’ del blues e di chi la abita, vi si muove come in uno scenario congeniale per l’intero 
Capitol Hill Country Blues.
Le due facce della stessa medaglia sono 
Capitol Hill Country Blues e 
Come and Gone, l’accumulo dentro ai fluidi vortici alle chitarre di malsani residui bluesy da sublimare con una ballata nervosa sullo sfondo del Big Muddy, il Mississippi, scenario silente e pervasivo.
Su queste due parallele si inoltrano i GravelRoad, i giochi alle corde delle chitarre tra 
Back Yard e 
Rather Be Lonely continuano a girare a lungo, animati da una voglia insaziabile di cose lontane, per ampliare i propri orizzonti e per raccontarli nella tersa bellezza di 
One More Dollar e non  sono certo orfani di un’idea di vita reale e ne concretizzano efficacemente l’intenzione anche tra le sinistre 
Rabbit Run e 
Song to Darkness, dove il  futuro lo si seppellisce in un giardino bluesy di 7 minuti, sotto un temporale notturno gotico e stremante.
Altri 8 minuti ‘leggeri’ nel finale con la strumentale 
Green Lungs a rinchiudere Capitol Hill Country Blues in uno spazio chiuso, all’interno del quale si moltiplicano altri spazi, per studiare la vita come un entomologo nel finale acustico di 
I Feel High. 
Il Delta Blues in Capitol Hill Country Blues è uno spazio vasto e complesso ma vi aspetta a braccia aperte.