
Quinto disco per la band canadese dei 
MonkeyJunk, il trio continua a masticare un blues/rock pronto a deformarsi ma non ci sono balbettamenti, l’armonica che spinge in avvio 
Best Kept Secret è come sempre contagiosa e 'contamina' 
Time To Roll, ma c’è anche un basso che trova spazio nel sound del vocalist Steve Marriner.
Per il resto, il pregevole lavoro alla chitarra di Tony D assicura ai MonkeyJunk ricchi e improvvisi salti temporali nel blues/rock, tagli ipnotici nella ballata di 
Blue Lights Go Down, ma Time To Roll è pieno zeppo di repentini cambi di passo, come in 
Pray for Rain e 
The Hunter, è lo spunto per esplorare un interno del rock che si allarga come un elastico fino a comprendere la deliziosa 
Can't Call You Baby, senza troppi eccessi (la strumentale finale 
Fuzzy Poodle), e con tappe nel Mississippi di  
Undertaker Blues e blues aggressivi, 
Gone.
Il cuore blues dei MonkeyJunk verso l’inverno, ma la lucentezza di Time to Roll è accesa, e i bagliori sono cristallini.