
Texas rock, la musa con la quale i 
The Whiskey Prophets hanno stabilito una relazione professionale e sentimentale, la portano avanti anche al terzo disco 
Gasoline Diary, Brad Roberson lo invade con la sua voce mentre la chitarra è lì, come sempre, a commentare, seguire, illuminare, analizzare e talora preconizzare le motivazioni dei The Whiskey Prophets. 
Fresca e salutare solca 
Burned Out Sun, melodie energiche anche nelle ballate che grazie alla maestria dell’aria agreste, si focalizzano nel paesaggio texano, tra amore, radiografie disperante dell'uomo, il nostro quotidiano trova degna luce in 
My Love Ain't Enough, 
Into the Hope e attrae specialmente nella deliziosa 
The Way I'm Wired.
Non male davvero le deviazioni verso il rock, qualche slittamento o concessione allo stile radiofonico (non è poi una cosa negativa, dipende) in 
You're All the Time, 
One Foot Out the Door e 
The Point of No Return, ma Gasoline Diary prende sostanza specialmente in 
Pretty Girl, semplice ma godibile, 
No Throne e nella frizzante chiusura di una suggestiva 
Kansas City, attraversata come una pedina come un'altra, nel gioco del reale.
Gasoline Diary, un disco invitante, da ascoltare, perchè finisce col suscitare più entusiasmi che perplessità.