
Fumoso debutto di un virtuoso della chitarra, l’Inglese 
Tom Killner mischia covers e brani originali in 
Hard Road, a capo di un terzetto sa tirare fuori dallo strumento-corpo modulazioni capaci di far drizzare le orecchie, infatti come tutti i performers di corpo, svolge un lavoro muscolare prima che vocale.
Tempi duri, cupi e con poca speranza, allora non poteva che intitolarlo Hard Road, un disco che gronda spiazzante umanità mettendo al centro la chitarra, da 
Comin' Home alla deliziosa 
Ain't No Rest For The Wicked, come aggiunge lo stesso Tom Killner “… 
with the other tracks there's love songs, soul and good old rock in there about my journey so far. There is something for everyone”, e un brano di Nina Simone (
Feeling Good) per dispiegare ‘quel mondo’ che gli ha permesso di trovare nuovi spazi ed argomenti.
L’acustica bellezza sprigionata da 
Cocaine Blues e dalle riflessive 
Hard Road e i 7 minuti di 
Taking It's Toll, si situano proprio nel mezzo tirando la corda dei due brani suddetti, tra un blues/rock che s'impone come rappresentazione e ciò che Tom Killner chiama a essere rappresentato, spazio dell'immaginazione e della storia, le chitarre non sono mai, semplicemente, un fondale da cartolina, ma la reale protagonista di Hard Road (
Lifting Me Higher, le toste 
Do It Again e 
Midnight Call). 
Disinvolto, controllato e rigoroso alla chitarra, Tom Killner non lascia scappatoie a Hard Road!