 Lowell Thompson
Lowell Thompson torna nel Vermont e registra 
Stranger’s Advice insieme ai 
Crown Pilot nel salotto di casa. Batteria, chitarre, basso e voce e ne viene fuori un disco di puro Americana con la sensibilità di chi sa captare tra la cruda bellezza del rock, la quotidianità di piccoli e grandi sacrifici, con piccole e grandi canzoni, dimostrando un'intima conoscenza delle armonie in 
Honey, It's True che da una partitura particolarmente dolente e contemplativa, libera il carisma delle chitarre. 
Stranger’s Advice sembra un interessante e affascinante recupero di un progetto rimasto per anni in un cassetto della cucina, che ha trovato ora la luce adatta, quella su 
Bradley Street, semplice e diretta come 
Rose Petals, ostinatamente aggrappato alla formula-fabula di un rock urbano ma non privo di deragliamenti illuminanti nella malinconica 
Meadow Lane e con la pedal steel di 
Make Your Mark. 
Il rock è sempre presente seppur defilato in 
You've Got A Lot Of Explaining To Do, centrale ma sullo sfondo di 
Lately (I'm Down) e 
Castle, Lowell Thompson dirige un traffico di note che non intende del tutto domare, e la scelta è vincente, niente di scontato quando si ritaglia l’angolo acustico nella conclusiva 
Sunday Morning e nell’intro di 
Different Name. Alla ricerca di un senso e valore all’interno del ‘macrotesto’ di  Stranger’s Advice.