
Country sudista frequentato con lucida consapevolezza dalla 
Phillip Fox Band e sempre riposizionato nel debutto di 
Heartland, con pervicacia all'apparenza un po' desueta nella solida 
You Are The Girl, ma anche il lavoro svolto relativamente ai fondali del radiofonico in 
Writin A New Damn Book e dalla pedal steel di 
Lovin You (Never Felt Like Work), contribuisce a rafforzare quanto Heartland afferma sul lato del Country che intende solcare. 
Le sfumature della stratocaster e dell’armonica in 
Been Workin Hard, 
Heartland e 
Ava Lee è qualcosa che fa bene al cuore, il primo piano sulla tromba nella cupa 
Nothin Worse Than Weak introduce nello spazio insolito del mito del West. Andamenti piatti non ne troverete in Heartland (in 
Don't Forget Me, certo l’ascoltatore è emarginato a un ruolo passivo, ma passa indolore, anche quando si rischia su tematiche forti come 
Cancer Cannot), la Phillip Fox Band punta su un ribaltamento delle coordinate del country in 
We All Lose Somethin, funziona in modo piuttosto meccanico, ma funziona, e poi si tengono lontani dai tanti momenti da ‘televisione americana commerciale’ in cui dispensare moralità a buon mercato. 
La Phillip Fox Band picchia sulle percussioni e raschiano le corde della chitarra tra l’appassionata 
I'd Be Runnin Too e costruiscono negli 8 minuti finali di 
I Ain't Angry (But I'm Feelin Mean) una barriera, quel segno di confine tra la Phillip Fox Band e lo spazio circostante del rock dove la soglia che permette la distinzione tra il fuori e il dentro di Heartland, si è dissolta.