
Accade che un punk-rocker decida al primo disco solista di provare a sondare strade alternative, accade al Bostoniano 
Matt Charette, e come tanti altri scopre di avere un’anima country-folk che rilascia in tutto 
Back East, un vortice di nervose ballate elettro-acustiche frammentate dalla pedal steel e dall’armonica che dispiegano le ali dalle brillanti 
Carry On e 
City Streets. 
Matt Charette conosce le timbriche di una voce greve e la asseconda in pieno, mentre riflette su se stesso e riflette sugli altri lascia fluire la malinconia in 
I'll Sleep When I'm Dead e leviga come un impietoso torrente di montagna, l’indole dell’ascoltatore, ne sagoma l'immaginario mentre questo è intento a godere beato la simmetria melodica di 
Set In My Own Ways e 
For Mom. 
E come sempre, tra occhiate a ritroso e un tentativo di rinnovarsi nelle introspettive 
Beginning Of The End e la rivisitazione al piano di 
I'll Sleep When I'm Dead, Back East riflette una visione disincantata della vita. Un disco di sentimenti brucianti, tenero e impetuoso come 
Charlotte e 
Outcast con la pedal steel che continua a battere il tempo sullo sfondo di 
Going Down Swinging, sempre più sfocato in 
Wreckage e la fragorosa 
Restless. 
La giovinezza di Matt Charette che è passione e intransigenza, verso la maturità col disincanto e compromesso delle steel guitars. Mestiere e vita come vasi comunicanti di Back East.