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‘Low down dirty blues and rock and roll band’. Thats how we've been described” 
Tobacco Juice è materia in movimento, sfuggente e inafferrabile, come un sordo e diffuso senso di disagio, quasi un velo cupo, attraverso il quale i 
Tobacco Juice iniziano a descriversi. 
Bar Women Blues e dal Connecticut partono paralleli con il classic rock e correlati si sprecano, eppure quello che emerge è l'aspetto e la manipolazione funzionale che appiccicano alle chitarre, le torsioni elettrificate alle steel guitars non denunciano nessun scricchiolio preoccupante, 
Graveline mostra che le giunture dei Tobacco Juice sono ben allenate. 
Si riesce a giocare in scioltezza per 50 minuti. Piace la leggerezza dei timbri elettro-bluesy che dominano 
Hardy's Place e 
Tennessee, evoluzioni e schematismi di snodi che rimpallano da una storia all'altra in Tobacco Juice, il tutto comincia a vacillare quando lo sguardo romanticamente è volto al passato del rock nel crescendo di 
Low Road e riesce ad esaudire il proprio desiderio, lo purifica, trova riscatto, si rigenera a nuova vita in 
Somewhere Along The Line, per scavarsi una via di fuga e di salvezza ai margini del malsano. 
L'impressione è quella di trovarsi in un posto di frontiera, dove si deve passare per andare oltre, ma dove, invece ci si ferma e ne escono piccole perle elettro-acustice come 
Pay Your Dues, e non si rischia di restare intrappolati e di perdere il senso della direzione, il rock prende possesso dei muri di 
High Noon Bell e di tutto ciò che contiene Tobacco Juice. Con una luce ‘sentimentale’, come se venisse dall’esterno e si fa strada addensandosi su 
I Had A Women, dove ricordi e figure si scambiano con essa un senso diffuso di finto torpore esistenziale, una macchia di luce che pungola 
Good Enough e anche nel suo punto più cieco trova sempre una via d'uscita e permette di scorgere la vista sul rock dei Tobacco Juice.