
Il duo canadese dei 
Black Pistol Fire tra le luci e ombre del rock, legame/conflitto di 
Hush or Howl, non in termini di una banale opposizione quanto piuttosto di una modulazione tra la matrice classica e sudista e le contaminazioni texane dove sono nati, ad Austin nel 2009. 
La luce rarefatta del classic rock di 
Alabama Coldcock è un bel biglietto da visita, i Black Pistol Fire si muovono in 
Dimestore Heartthrob e 
Baby Ruthless aggredendo il reale con la rabbiosa velocità dei movimenti alle percussioni di Eric Owen mentre Kevin McKeown spinge a stridere voce e chitarra e trova il modo di sorprendere con 
Your Turn To Cry, dove il banjo apre ad una placida e anomala energia. 
Così facendo Hush or Howl lascia che l'emergere dirompente della passione per il rock avvenga gradualmente, inarrestabile come il crescere della marea che arriva con 
Hipster Shakes, nel tributo alla band concittadina di 
Black Joe Lewis (Honeydripper) e 
Run Rabbit Run. Le corde della chitarra reggono le fila di Hush or Howl, gestiscono l'equilibrio nella ubriacatura di riffs di 
Blue Eye Commotion, 
Show Pony e 
Hush in un disco totalmente disteso sul tempo del rock, pieno in se stesso sino ad assumere la semplice, immediata, assoluta limpidezza di un segno dell'armonica nel passo malinconico e agreste di 
Grease My Wheel. 
Dirige la melodia, la armonizza e la conduce mettendoci corpo e fascino.