
Classic Rock per l’esordio dei 
The Glorious Bastards, non lo lasciano mai fuori campo in 
Animal, si accende di nuovo la danza di anni passati, Samuel Miller, vocalist e chitarrista, crea tra la 
Title-track e 
Scissors un curioso sovrapporsi di stili, un bel cortocircuito in 
Better Off, fra un presente fortemente incerto e soffocante e un passato ricco di modelli esemplari, immutabili, legati al rock &roll. 
I 
The Glorious Bastards escono di campo, ci rientrano, ne escono di nuovo, ma convincono in 
Lay With Me e 
Gimme My Money, nella ricca e sperimentale 
Break It sembra che il rock sia migrato da altre parti, ma 
Animal non lo dichiara sfinito, non lo riduce a elemento superato per passare ad altro, si addentra negli anni ’60/’70 con 
Don't Want It No More e 
My Perspective, 
Animal attraversa tempi e spazi, con una libertà che libera la mente di coloro pigramente assuefatti a brani dove l’armonia porta da A alla B. 
Il tragitto lineare di 
She Goes Down, 
The Wind e 
Lie To Me (o ‘banalmente’ circolare intorno alla slide guitar) ha idee e sentimenti freschi, le progressioni alle corde sono progressive del destino di 
Animal. I 
The Glorious Bastards se ne fregano del ‘nuovo’, spingono nella splendida chiusura di 
You Talk Too Much e 
Rock & Roll perché lo spazio orizzontale del rock non va più avanti, 
Animal lo riabilita, lo sposta dal centro ai margini e viceversa. Il ruolo non cambia ma non smette mai di influenzare il senso di 
Animal.