 Sean Pinchin
Sean Pinchin conosce la materia del blues, ben sminuzzata e attentamente macinata con un po’ di fanghiglia del Mississippi restituisce musica che stuzzica solo come il blues a volte sa fare. I movimenti alla corde della slide guitar si configurano in 
Rust Bucket a spirale, concentrici e disorientanti in 
Broke Down Automobile (“
I’ve got an old guitar pickup duct-taped to the top of the National,” aggiunge Pinchin. “
You’ve got this really gritty sound; my guitar is from 1934.”) 
Emma-Lee la spalla vocale e un ospite speciale, Steve Strongman, alla chitarra e armonica mentre le progressioni nel Delta Mississippi di 
Boo Hoo spalleggiano la vita di tutti i giorni, i colori di 
Rust Bucket appaiono rabbuiati, ma l’opacità non è anonima e spersonalizzata ad ascoltare 
High Heel Shoes e la deliziosa 
I Wanna Stay In Bed, dove bisogna prendere le cose buone e dimenticare quelle cattive. 
Dalla penombra si ergono 
Dirt Poor e 
Gotta Move, delle zone grigie in cui la verità e la menzogna non sono decise in anticipo, 
Sean Pinchin le avvicina senza ripensamenti nel finale, con leggerezza in 
Comin' Home, 
Can't Stop Falling In Love e una 
Confession Blues che possiede una notevole dose di elettricità trattenuta e poi liberata in 
Complete Fool. 
Rust Bucket e una strada che lo attraversa. Il blues.