
Gli affetti, i sentimenti, il ripensamento, i desideri, la memoria, tutto ciò che l’uomo si è inventato per dare forma al tempo, per dare una struttura al prima e al dopo, li ritroviamo sull’
Highway 99 da Asheville alle montagne del Sud Dakota. 
Craig Melia, chitarra, dati molto quotidiani e un Blues venato di Folk e Americana, viaggia senza fretta (
Black Hills a 
Old Sal e 
Medora) e viaggiando si riesce a entrare in sintonia con 
Highway 99, il tutto a costituire la culla della formazione individuale e melodica di 
Craig Melia. 
La distanza è, nello stesso tempo, una forma dell’alienazione e il salvataggio, cioè l’angolo riconoscibile  da dove l'autore guarda e si dispone come soggetto tanto da rendere le raffinate 
Try Livin' e 
Cayuke Town più mature e il lavoro alla corde molto più morbido, come la pelle conciata a lungo, materializzando spettri che la vita non ha esorcizzato a sufficienza. 
Highway 99 riesce ad agire e a catturare con sorprendente efficacia in 
The Wayfarer, fatto di luci e ombre scolpite in uno spazio reso già evocativo dai colori desaturati, sbiaditi della slide guitar di massima intensità in 
Nevada City e nella splendida 
Promises a descrivere un risveglio, una storia di rinascita dei sensi e dello spirito. 
Un viaggio quello di 
Craig Melia che è anche un cammino verso la verità, un percorso -sulla 
Highway 99- alla conoscenza di sé.