
Gli anni passano veloci, i ricordi alla Sheryl Crow band restano casuali, privi di filo. E forse anche banali, simili alle emozioni a buon mercato della musica più  risaputa, 
Todd Wolfe è all’ottavo disco, leader di un ‘power trio’ blues rock in grado di fuggire in continuazione dal cono dei successi precedenti, l’iniziale 
Nuthin’ But You con quel mix di rock-soul&blues lo attesta. 
Miles To Go si connota come un disco che spinge immancabilmente in avanti la musica della 
Todd Wolfe Band, ‘
scrivono su carta che brucia’, splendido il giro tra le steel guitars di 
Sunnyvale, quel rapporto intimo con una dimensione femminile che divampa nella jam di 
Stay With Me Baby, tra le acque del Mississippi dove racchiudere il fulcro biografico della solida 
Locket Full Of Dreams. 
Un paio di cover di lusso (la bella 
Forty Four di 
Howlin’ Wolf impreziosita dall’amonicista Steve Guyger e 
The Inner Light, un psycadelico bluesy di 
George Harrison, lato B del Beatles-single ‘Lady Madonna’). È il bello di avere il cuore che batte per qualcosa. 
Il bello di vivere per del sano blues-rock che trascina la deliziosa 
Day To Day, una demo ri-scritta “
do a little bit of a re-write”, dice Wolfe. “
As the main message was quite relevant to the times we live in", labirintico e multiforme in 
Against The Wall e 
Come What May, ma anche così sfuggente nella meditativa bellezza acustica di 
I Stand Alone, dove 
Todd Wolfe confessa di avere ancora tanti ‘
miles to go’. 
L’attraente oscurità della steel guitar impregna 
Valley Of The Kings prima che il rock ricominci all’improvviso a respirare in 
Livin' On A Dream, sfumano uno nell’altro e permettono a 
Miles To Go di afferrarli in profondità, per trovare nuova forza alla propria necessità.