
La 
the Britt Lloyd Band mantiene un atteggiamento istintivo verso le radici del rock texano dando vita a nuove sonorità ‘rozze’ e impastate dalla vitalità dell’elettrico, in 
Conglomeration le mischiano con la carica chiassosa e liberatoria dell’esibizione dal vivo registrata a Corpus Christi, quel tanto per restare distanti dalla levigatezza e dalla morbidezza tipiche delle colonne sonore scritte solo per la radio. 7 nuove tracce nelle quali la 
the Britt Lloyd Band si muove con scioltezza nel vorticoso suono di provincia, 
Never Alone e soprattutto la delizisa 
Drifter, a dimostrazione della meritoria e perdurante ricerca di 
Conglomeration di una chiara matrice texana (tra rock e country) e continua a percorrerla lungo la strada di efficaci rock ballads come 
I'll Go Away e 
Break Up, con coerenza e una solare vivacità espressa in 
Keep Lying, 
Same Man e la muscolare 
Make It Last All Night. 
Particolari focali sul rock in un certo senso da ingigantire nella seconda parte di 
Conglomeration mentre si agitano all’interno del quadro sonoro di Corpus Christi, dai primi due album (
Unlabeled e 
The Ink, 2006 e 2008 e una cover, 
History) ripescano tra tremolii e sani ondeggiamenti alle chitarre 
7/4, 
Change to Grow, 
Julie Again e questi ragazzi dimostrano poca staticità anche in 
Reachin' e 
Dresser Drawer. D’altronde è ancora presto per lasciare spazio a quella strana sensazione di malinconia, quella di essere diventati adulti.