
Un disco centripeto, la storia di 
Buddy Miller e 
Jim Lauderdale ruota attorno alle singole storie, i brani ruotono sulle loro voci e tutte insieme ruotano in 
Buddy and Jim in una sorta di sistema solare. Il duo di amici/songwriters lo controlla molto bene (“
I think the sound is great”, dice Miller. “
The sound of two male voices is a tough sound. It’s not sweet. It’s tough. But I think maybe some of the songs guys don’t wanna sing, because it’s a lot of love songs. Two guys singing a love song is a little weird, you know? Maybe that’s one reason. But we don’t care”). 
Cantano di donne e  d’amore, le situazioni sentimentali sono lambiccate in un bel giro dal Sud di Nashville, passando per Memphis e raggiungendo New Orleans, 
Buddy and Jim ha una grande ricchezza melodica e strumentale, parte spedito con 
I Lost My Job of Loving You punteggiata da ripartenze alle chitarre che non finiscono mai di sorprendere quando affondano nel country (brillano in 
The Train That Carried My Gal from Town e 
South in New Orleans). Il passo elettrico scivola sugli spigoli malinconici di 
That's Not Even Why I Love You, 
Forever and a Day e nella dolcissima 
It Hurts Me, ballate che assecondano l’umore della pedal steel e del piano, e di strada in strada, di cuore in cuore, 
Buddy and Jim suona assolutamento libero da ogni soggezione nei confronti dei modelli canonici del country (ascoltare 
Vampire Girl e 
The Wobble). 
La solitudine e la sconfitta raccontata sulle strade del Tennessee è uguale a quella di un qualunque altro luogo, ma lo sguardo di 
Buddy Miller e di 
Jim Lauderdale ha un’acutezza particolare nella descrizione di 
Lonely One in This Town, come nelle corde della deliziosa 
I Want to Do Everything for You e 
Looking for a Heartache Like You, in cerca dell’amore, per acconciare la realtà, renderla significativa, bella e appagante. Secche sentimentali che 
Buddy and Jim sa come affrontare, con il filtro distanziatore del country.