
Deejay negli anni ’90 alla KCTI, troppo tejano e lingua spagnola lo spingono a cambiare per la KTXN in Victoria, c’è la Country Music, arriva la sorpresa con l’esordio di 
Whiskey & Lies. In un paio di righe c’è tutto il passaggio del songwriter 
Jeremy Halliburton da un’età matura che perde ogni sovrastruttura di riferimento, a quella di un’età giovane che ancora non ha acquisito nulla di ciò che inevitabilmente dovrà perdere, aggiungiamo una buona dose di ironia, senso dello humor e sentimentalismo di provincia, ecco lo spazio senza luogo e senza centro dove incidere con 
Mark Jungers il nuovo disco: “
We recorded Good Vinyl over the course of several months earlier this year at my friend Matthew Peter Briggs' place...which is an RV in a trailer park, on a lake behind a catfish restaurant, just south of New Braunfels, TX!  It was a very laid back affair, a few cold beers at night discussing the direction we wanted the songs to go, with a hard day of work following each time.” 
Associazioni di immagini, di ricordi trovati e semplicemente trasferiti altrove, vario come 
Whiskey & Lies, l’armonica è importante quanto la presenza della famiglia e degli amici sulla maggior parte delle tracce di 
Good Vynil: ritmo fluido in 
Leaving On My Mind, scorre senza intoppi, con leggerezza e freschezza, guidata da una storia semplice (“
Just a simple little ditty about livin' free and easy...) splendido il doppio passo di 
Born Again, Again, il cromatismo del rock non è fine a se stesso, permette di uscire dal buio di velate conclusioni per cercare bellezza e poesia anche là dove esse sone negate (“
I think that's part of the fun of a song, poetry, or any style of artwork as far as that goes. I always hated when my literary teachers would try to tell me what an author was saying. How the hell did they know? Haha...”). 
Le dolci ballate di 
The Greenwood Devil e di 
Confession Blues si appropriano della ‘bellezza’ del blues, vale a dire della luce e del buio, spazi che abbracciano la slide guitar o danno da sfondo all’armonica capace di agitare i contrasti umorali texani, messi alla prova efficacemente in 
The Catfish Song (divertente 
She's Drinkin' & Drivin') e nella morbida 
Title-track. Le tappe di 
Good Vynil sono scandite da un efficace peregrinaggio rootsy, suggestivo il mandolino della piacevole 
Please Baby, Please, una sutura melodica ai principi di un honky tonker (
Beer Bottle Therapy) prima di unirsi al talento del songwriter 
Jarrod Birmingham per rivisitare 
There You Are (“
I wrote this one with my dear friend Jarrod Birmingham. I was at a very low point in my life at the time. Looking back, I'm happy something so positive came out of such a negative period.  By the way, Jarrod recorded a much better version of this song (in my opinion) on his album Jesus & Johnny Cash…”) Ok, Jeremy. Ma funziona, proprio come 
Good Vynil!