
Anche il buio di 
Hank Williams ha i suoi colori, dal Vermont arrivano fino nel West Texas con i 
Waylon Speed, ne fanno il proprio arcobaleno invisibile nel nuovo giro country di 
Valance. Lasciano per strada la patina ‘metallica strumentale’ del secondo cd di  
Horseshoes and Hand Grenades –un avvisaglia chiara nell’ultimo ep 
The Boots, la telecaster del Rev. Chitwood Hammaker e la pedal steel di Brett “the Ghost” Lanier tengono sguarnite molte porte (di ingresso nella rustica 
Beef Jerky and Beer e di fuga nella virate elettriche di Kelly Ravin in 
Livin') e per non restare imprigionati in uno schema melodico, le varianti scattano di continuo, selvaggie in 
Then Again e lungo i bordi di 
I Heard the Shot, coordinate rock continuamente riscritte in 
Valance dall’incerto oscillare delle chitarre, basculante dal punto di vista della brillante 
Cherry Plane. 
I 
Waylon Speed non richiudono l’orizzonte country dentro i confini del familiare e della nostalgia, l’armonica saggia l’andamento agreste di 
Gotta Get Out, alla 
The Bottle Rockets anche quando corrono in 
Killin' Time e nella splendida 
Silver and Gold, dove trovano un rigore e una nitidezza di scrittura che rende 
Valance ancor più intrigante, accattivante, emozionante, ipnotico (a tratti, nel coro, nel lungo assolo e nella dolcezza del violino di Joe Cleary). 
La primitiva, candida realtà di 
Valance -che scivola rapido sino alla fine- è nell’ascoltare una 
Smoke che saltella, sfrigola fino allo scoppiettare di 
Train Out of Town, un corredo di note che mettono –anche stavolta- sulla giusta strada i 
Waylon Speed.