
Dipenderà dai 
Cardinals e da 
Ryan Adams, nel tempo trascorso tra 3 dischi come  
Easy Tiger, 
Follow the Lights  e 
Cardinology  se 
Neal Casal  ha deciso di ripercorrere la nostalgia elettrica degli esordi, 
Sweeten The Distance  -il decimo solo album-, dimostra che la vena artistica non si è dolorosamente inaridita, il cambio da New York al Sud della California a lavorare a diversi progetti (con gli 
Hazy Malaze  e 
Chris Robinson  dei Black Crowes) ha facilitato l’abbandono di melodie sperimentali prive di grande appiglio e piuttosto respingenti negli ultimi dischi. 
Sweeten The Distance –la title track-, delinea immediatamente i tratti salienti del nuovo lavoro, dall’organo, la slide guitar e non ultimo temi come l’amore e la nostalgia, come due curve in vista della collisione ma 
White Fence Round House, la conclusiva perla di 
Angel & You're Mine  e 
Feathers for Baskerfield, dicono che 
Neal Casal  e l'Americana sono tornati ad osservarsi con passione e desiderio. Man mano che scorre 
Sweeten The Distance ci si accorge di battere il piede come a tenere stretto un ritmo, sia per ballads come 
Bird with No Name  e la splendida 
Need Shelter al lato rock di 
Let It All Begin  e delle brillanti 
So Many Enemies  e 
Time & Trouble. 
Neal Casal  allaccia i raccordi o, più spesso, isola i frangenti tra le diverse melodie non senza qualche increspatura e interferenza pop nel finale con 
How Quiet It Got  e 
The Gyrls of Wynter, ma le storie che si articolano intorno a 
Sweeten The Distance  hanno avuto tutto il tempo per smussare le piccole imperfezioni del passato. Un parto prolisso non poteva che dare alla luce un ‘figlio’ troppo voluto, ma le buone intenzioni stavolta premiano 
Neal Casal.