
Il ritmo della pioggia per il musicista di Vancouver brilla allo stesso modo delle declinazioni irregolari del blues, oscure e poco confortevoli ma non per 
Mark Petersen (“
After twenty years, I feel way more comfortable and slippery, coming through this record. It’s more natural for me”), se da una parte si fa testimone di una società annichilita nei rapporti di potere e persa nell’impossibilità di stabilire contatti umani, dall’altra la liquida in fretta con l’avvio raggiante di 
Poker, Wine and Women. 
Come contrappunto ironico anche per 
Two Little Monkeys risponde il rock&blues, acre e monocorde di 
Bite My Lip, 
Sweet 302 e 
Poke Me Back ad interrompere le note malinconiche di riflessive passeggiate (
Sidewalk Rain) o dove i colori del blues sono più sbiaditi e il sole ancora troppo pallido e velato (
Latin Cricket e 
Things I've Learned). 
Mark Petersen attraversa anche la matericità densa e gassosa del delta blues in 
Lost My Dame, ma tratto dopo tratto, nota dopo nota, si dirada e si scioglie liberando un songwriting che trova varchi melodici splendidi come 
Bonny Lass. Così l’amore irrequieto tra dissolvenze alla slide guitar azionano una sorta di dinamica autoriale che esprime una propria evidenza alla fine di 
Sidewalk Rain.