
Prima raccolta per la 
The V-Roys band eclissatasi una decina di anni fa dopo il live 
Are You Through Yet? Primi passi nel 1994, insieme a 
Scott Miller c’era 
John Paul Keith, country/punk e rock targato inizialmente 
Viceroys poi divenuto 
V-Roys con l’arrivo di 
Mic Harrison ma anche per aggirare insidiosi paletti legali. 
Per l’esordio si affidano a 
Steve Earle, ben presto nominati miglior gruppo di Knoxville, un buon punto di partenza ma i dischi di studio saranno solo 2 (
Just Add Ice del 1996 e 
All About Town del 1999) Miller proseguirà con i 
Commonwealth e Harrison con i 
the High Score. 
Sooner or Later è una compilation ricca e gradevole ("
We're not really back together. We're putting out a record and doing one show," precisa Scott) il meglio dei due dischi, cover e qualche inedito scritto da Harrison e mai pubblicati: 
Guess I Know I'm Right –i primi 8 brani e la conclusiva 
Cold Beer Hello arrivano da 
Just Add Ice- i 
The V-Roys aprono le chitarre con un’angolazione bassa, camminano sui binari di un rock solido con leggere venature country, lungo un percorso ben definito e diviso in due.
 Il mandolino di 
Mary fa da segnalibro per 
All About Town, 4 brani prima di lasciare al finale alcune chicche tra i numerosi ospiti-strumentisti (come Steve Earle in 
Amy 88). L’incalzante 
Burned di Neil Young e le primizie di 
Someone to Push Around e 
Hotel Room trasformano i due ‘spazi’ sonori rivisitati da 
Scott Miller e 
Mic Harrison in luoghi complementari con gli inediti e le covers, splendide sia la versione di 
How I Got To Memphis (Tom T. Hall) che la chitarristica 
Smokey Joe's Cafe dei songwriters J.Leiber e M.Stoller. 
Sooner or Later è in grado di (ri)accendere qua e là i falò tanto cari ai 
The V-Roys, anche se solo per un’ultima volta. Tutto, fuorché un disco solo celebrativo, diciamo così.