
Texas band di Murphy, l’esordio degli 
Hard Country è impregnato della cultura elettrica-melodica texana, i fratelli Bryan e John Joyner scavano nella profondità della tradizione sociale del Lone Star State e attraverso la chitarra di Greg Deans realizzano un disco giustamente per divertirsi, ma che non nasconde velleità di andare al di là del puro e verace roots agreste che solca le iniziali 
Better Life e una 
Anymore che fa il verso alle country roads di 
John Denver. 
Solido country/rock in 
Can't Live a 
Lie e 
Motel Blues, immagini sottratte al quotidiano cercando di deviarne il senso –quando possibile- verso abbozzi bluesy e western nella brillante 
Where I'll Go, elettro-acustiche, saltellanti come 
Suits You Right e 
Amelia Rose. Gli 
Hard Country non copiano nessuno, ma frullano stili e melodie con mano felice, 
Forever In Your Arms e 
Could Not Stay sono ballatone ben confezionate, ma tra i fili nostalgici e le intermittenze del cuore e della mente si sente pulsare la carne di 
Hard Country, e soprattutto il sangue nelle brillanti 
I Drink Whiskey All the Time e la curiosa 
Ain't No Pat Green. 
Alla base degli 
Hard Country c’è il desiderio di suonare senza valutare le difficoltà che questo comporta, giusto cercare di trattare fraseggi che si conosce bene, 
Hard Country ne è un chiaro segnale (corposo, semplice e diretto), ma per il prossimo futuro è auspicabile superare una visione un po’ racchiusa in se stessa della provincia Texana.