
Cambio alla batteria, cambio di casa discografica, un segnale chiaro da 
Stars And Stripes  aprire un nuovo capitolo per l’onesta cover band di 
Brandon Clark (un disco in cascina dichiaratamente ‘di massa’ ma interessante, 
Tall), la band dell’Oklahoma perde i pezzi strada facendo, ma si tratta solo dell’etichetta Red Dirt, alla ricerca di nuovi stimoli oltre confine. 
Stars and Stripes non ha niente di patriottico ma storie di notti stellate e lunghe highways, la chitarra di Dave Duval non è  mai troppo cattiva da essere originale, ma nemmeno così piatta da risultare indigesta sebbene 
Change Your Mind e 
I Got Wine On My Side siano un po’ troppo semplici, schematiche, ma il bilanciamento tra senso dello humor e del genuino rock funzionano come elemento di raccordo al Texas nella deliziose 
Older e 
Better Off Dead (I Want My Two Dollars). 
Didascalie rozze e agresti a spezzare la continuità di 
Stars and Stripes, creando una profonda ma sotterranea rivalutazione per la 
Brandon Clark Band, con 
Sure Feels Right, la solida bellezza di 
Devil's Got a Daughter e il clima da barroom di 
Not All That Bad mostrano una fretta di allontanarsi dal sound monocorde dell’Oklahoma, alla rapidità delle chitarre poi frappongono paesaggi scanzonati, compaiono anche fisa e lap steel tra 
Sunflower, 
Like My Chance, la ballad 
Her Song lasciando in chiusura il timbro da fuorilegge con 
Pistolero (scuola 
Roger Clyne & The Peacemakers). 
Stars And Stripes preferisce muoversi in ambienti texani familiari e la 
Brandon Clark Band respira.