
Trasferitosi ad Austin sotto la tutela di 
Lloyd Maines e con il chitarrista 
David Grissom a produrre, il ventiseienne songwriter 
Ryan Beaver continua a mantenere due strati nella sua musica, uno capace di carezzare l’ascoltatore con dolci ballate di stampo americana e un altro capace di graffiare col rock, quello che trasmette 
For A While –il brano di apertura di 
Constant- scritto intorno al filosofico pensiero di una vita troppo breve, in un Sabato sera dove poter dimenticare i problemi per un breve lasso di tempo. 
L’aver caricato come un elastico l’avvio di Constant, di un carico di tensione latente, in un certo senso serve ad inquadrare e a tenere sotto controllo le inquietudini e le nevrosi di una società in cui è alla ricerca di orizzonti nuovi, anche stilisticamente, tra desideri di perdersi e non tornare, alternati all’enfasi della velocità. Tra Sabato sera e Domeniche mattine, 
Constant ruota su concetti semplici, descritti dallo stesso Ryan: "
Our lives are always changing and evolving, but some things remain constant. My faith, family, friends, and passion for music never change and they make me who I am." Come dimostra la piacevolezza di 
Beale Street, 
You Don't Need Much e 
Let Me Be Your Saturday Night, non si è allontanato molto dal suo stile eclettico, che può essere vibrante ed emozionante (specialmente nell’intro languido di una ballad elettrica come 
Never Let You Go e nella splendida 
How About You), aggiunge una robustezza lirica seppur libera di spaziare, ma capace di sorprendere per semplicità, oggettivamente tratto uniforme di 
Constant. 
Brani leggeri, radio-friendly come la title-track e 
Nobody Wants To Be Alone, ma c’è un lavoro di limatura, di costante ricerca per raggiungere tagli, scorci secchi, lampi nudi come nella intensa e scura bellezza di 
Hate: “
This may be one of the more dark songs I’ve written. I surprised myself reading back over the lyrics when we recorded it.  I channeled a lot of anger I was feeling at the time in this song and I knew it would have a lot of emotion.” La ballad elettrica conclusiva, 
One More Song rispecchia la natura di 
Ryan Beaver, tra amici (Wade Bowen) e camminate nelle serate stellate della mitica Gruene Hall. La semplicità, la forza anche di 
Constant.