
Originario di Corsicana (terra natia di Billy Joe Shaver) ha mosso i primi passi in giro tra Waco, Lubbock fermandosi a New Braunfels, terra ideale per i songwriters capaci di scrivere canzoni che sanno toccare le varie sfaccettature della vita, quella magia che ha sempre affascinato 
Tony Taylor (“
We songwriters possess the capabilty to summon the words and melodies to describe the many forms of human emotion and experience. Without a ‘soundtrack’, life is too quiet”). 
L’abilità di 
Tony Taylor risiede nella sensitività di usare le parole per catalizzare un’universo interiore in modo da coinvolgere l’ascoltatore in un mix ben assortito di ballate elettriche di base Americana (“
Taking the listener on some kind of journey through the halls of my mind and trying to relate to them on a deeper level”). 
It’s About Time inizia a tracciare sulle strade del Texas storie di looser, peccatori, e con la calda malinconia della splendida 
Driver coglie nel segno tracciando un preciso radiogramma delle nostre ossessioni e dei nostri desideri connessi ad un’idea di spazio e movimento, come nella suggestiva ballad di 
Movin' On o nella saltellante 
Sweet Redemption, un honky tonk nascosto tra la steel e quelle melodie elettro-acustiche che riempiono 
It’s About Time, così dolci in 
Wonderland o nell’amore di 
Let Me Love You (Like I Do) e della profonda 
I'll Always Think of you, ma non è sempre come appare in una fuggevole estate. 
Nello sviluppo di 
It’s About a Time ci sono lampi elettrici decisi che fanno breccia tra i sentimenti, nella malinconia del pianoforte di 
The Room, con la musicalità di stili diversi tra 
Joy Ride e la convincente 
Soldier Boy o nella timbrica forte di una 
Alicia's Dreams non sempre lineare, ma 
Tony Taylor riesce a sublimare attraverso le parole una passione e un’idea di musica che levita pian piano, proprio come il piacere di 
It’s About Time.