
Ripescare il debutto di colui che prodotto e co-scritto l’unico disco di 
Mike Ethan Messick, l’apprezzato 
Bootlegger’s Turn, è doveroso perché il texano 
Aaron Holt è un esempio lampante di songwriter verace che trascolora la sostanza del country & roots nella forma di 
Jurisdiction, un disco bello e tradizionale perché molto texano. 
Aaron Holt è sempre stato in giro tra L’Oklahoma, Mississippi fino a Nashville e non solo come cantante aggiunto (anche batterista, chitarrista, paroliere) ma in Texas ha trovato invece le giuste coordinate per incidere il ‘suo’ esordio, sulle highway sterrate e sotto il sole cocente ci si ritrova in compagnia di 
Got Somewhere To Go e della traballanti e frenetiche 
Nelson's Willie, 
While I'm Gone e 
Bake, inizia a infarcire 
Jurisdiction di lap steel, slide robuste e riflessioni di vita texana aggiungendovi il tocco lieve e introspettivo di chi mastica kilometri da una vita, con le storie di vecchi cowboy in testa come nella toccante 
Stay Here Awhile e di cuori agitati in 
Table Set For Two e 
Wrong Day che s’infiammano in 
Broken Heart Tattoo, tutte splendide. 
Aaron Holt si sposta tra l’azzurro spirituale del cielo e il giallo bruciato del deserto ravvivando il colore del country-roots di una forma originale che recupera le tradizioni sottraendole al corso di un tempo che spezza e fagocita suoni e melodie, 
Jurisdiction, la title-track e 
Desperate For You sono dei country-rock luminosi, di lineare bellezza che ottenebrano pensieri e ombre, il mandolino o il violino in controluce servono a enfatizzare il taglio stradaiolo, la telecaster e lap steel mentre avvolgono il passo lento della voce di  un Aaron Holt che infila una perla dietro l’altra, nel mezzo infatti trovate la breve, corale, acustica e selvaggia 
Running For The Light. 
Contro la concezione volgare del tempo, una risibile certezza la si può trovare nella musica di 
Aaron Holt e di 
Jurisdiction. Da recuperare a tutti i costi!