
Cresciuto tra l’Oklahoma e Dallas, solo quando si è trasferito ad Austin ha deciso di fare sul serio  con la musica, dal 2004 prima con un Ep (
Back to Zero) e poi con un paio di registrazioni live indipendenti -
Live & Acoustic e 
Live at The Texas Music Café, 
Shawn Fussell nonostante l’evidenza di un prodotto confezionato per catturare i più giovani -prendiamo l'inizio vivace di 
Daze And Dayz o anche 
Why'd You Lie, mostrano entrambe un’evidente astuzia nella ragione della scelta della merce, dotata di un certo potere affabulatorio. 
Ma 
Made in Texas, disco d’esordio della 
Shawn Fussell Band (completano il trio, il bassista Tim Casterline e il batterista Keith Hernandez) è anche capace di rimettere in scena, in forme sempre diverse, nuove, la sorpresa di un sound tra americana, rock e qualche bagliore blues molto suggestivo, come dalla deliziosa 
Sometimes alla splendida 
Tulia, Tx, uno spaccato di vita vera, tra ingiustizie raziali nel cuore del West Texas e se aggiungiamo una mancanza di facile smancierie romantiche (“
I’m attracted to a good song, And, just like a woman, there’s no particular type that ‘does it for me’"), la 
Shawn Fussell Band strappa con merito un giudizio positivo. 
Made in Texas ha un suono ruvido con alcuni cambi di ritmo azzeccati, di quelli che riescono a ribaltare in meglio brani che sembrano più nella norma come 
Kind, 
Change o 
Ton Of Bricks e 
Don't Look Back (It's Over Now) con fiammanti code chitarristiche (ed anche la strumentale 
Traffic in chiusura sa farsi voler bene), e poi son texani… quella patina country/roots in quel gioiellino di 
Turn, denso di pura goduria da dancehall (birra, sarcasmo e baldoria) tutto sommato basta per questo esordio, aspettando la 
Shawn Fussell Band alla prova d’appello, nel qual caso il giudizio risentirà meno delle attenuanti di circostanza.