
Terzo album per i ragazzini dei 
The Lonely H (24 anni in media) con l’amore per il rock anni ’60 e ’70 tanto che da Seattle si portano appresso una vena di nostalgia che è lontana dall’ironia che sprigiona la musica di quest’ultimo 
Concrete Class, disco denso e coraggioso perché mette in gioco un suono che ha fatto storia ma senza paura di seguire una posizione precisa, mischiano outlaw country al classico rock a stelle strisce, nelle lunghe schitarrate impongono il loro stile e la voglia di differenziarsi dalle altre giovani band della loro città. 
Le emozioni che sprigiona lo splendido rock-country di 
Right Down To Me partono dalla voce di Mark Fredson come una dedica al rock ‘n roll dei loro genitori e ad uno stile di vita di un’America che ama i boots ai piedi, le chitarre psicadeliche, mandolini, tastiere e banjo (sorprende poi l’utilizzo della sezioni fiati in 
Diggin a hole e nella trascinante 
Other side of the water) ma più di ogni altra cosa un messaggio chiaro, di fottersene del mondo, delle sue regole ipocrite, di lasciare che gli altri credano pure di comandare, perché, in fondo, dentro di noi dobbiamo comandare solo noi. 
Concrete Class dimostra che ‘sciupare’ la propria vita, se sciupare è la parola-giudizio con cui ci condanna il mondo degli uomini non liberi, è l’unica salvezza se legata al rock, alla slide e al country ruspante come quello di 
Cold Blues, ai vocalizzi di Fredson che prendono il volo sia che regni la malinconia in 
White Horse Tears sia trai boots e il rock di 
Going out west. 
I sessantottini saranno catturati dalla piacevolezza di 
Strike a chord Take care o di 
The Singer che rispolvera il mito degli Eagles, ‘l’immaginazione al potere’ uno dei loro motti che questa canzone fa sua, che per fortuna dei 
The Lonely H non svanisce in una sola stagione come è accaduto ai loro genitori passati dal mondo dell'immaginazione al mondo della razionalità, dell'organizzazione e della concretezza. Dischi come 
Concrete Class lo stereo se li inghiotte tutto d’un fiato e non li sputa più fuori tra la sensualità della splendida 
Phoenix o la deliziosa ballata californiana di 
Girl from jersey e sembra vederli i 
The Lonely H con barba lunga (?), trascurati, fanaticamenti invasati e irremediabilmente insabbiati nelle magliette sudate e sotto i cappellacci flosci a cantare in cerchio solo con chitarra e voce 
The River. Il passato è cosa collettiva, mai singola e individuale come la musica di 
Concrete Class.