
Hard blues che arriva dal cuore del Texas, Marshall, dove è nato e cresciuto questo talentuoso chitarrista dal nome 
Micheal Wesley Jeans, un songwriter tanto bravo con le parole quanto con le dita e nel 1996 se n'era accorto anche Al Hendrix, padre del mito Jimi Hendrix in un concorso tra 150 giovani aspiranti chitarristi in quel di Austin. 
Un successo che in un breve lasso di tempo lo ha portato ad incidere per una label di Memphis il suo debutto 
Hands On e dopo anni on stage un dvd 
Live at Juanitas: un vero è proprio tornado di note, fatto di roccia e cemento, materiali con cui è edificato anche il suo nuovo disco 
Forest of the Pine. La title-track mostra il lato ruvido, non privo di suoni ‘gia sentiti’ ma che vengono nobilitati da una confezione attenta e professionalmente da maturo e rodato musicista e poi la facilità con cui jamma, sentire 
Move On volutamente grezza e ruvida mentre si muove sulla inattualità e sgradevole contrapposizione di una falsa conciliazione tra il darsi una mossa e aspettare che le cose ti scivolino addosso aspettando che qualcuno passi a trascinarti fuori, e le parole abbondano mentre la musica sfrutta abilmente la claustrofobia del luogo disegnato e la riutilizza e la trasforma in una metafora di un’insopportabile pesantezza sociale. 
Tutt’altra scena e musica nel dolce swing-blues di 
Comin’ Home dove non parla solo dell’amore per la sua donna ma anche dell’amore per la sua terra specialmente quando dopo settimane e settimane on tour il pensiero è di tornare a casa e 
Jumping At Shadows se addolcisce ancor di più la slide con l’organo che fa tanto cristiano e devoto a Dio, si lascia affascinare dal diavolo che non scende dal cielo ma è tra le cose della terra. La chitarra di 
Wes Jeans attratta dall’aspetto invisibile della realtà (il ricordo, la passione, il dolore) si lascia andare con la stessa determinazione con cui muove le sue mani sulle corde, senza nessun compromesso con il reale, anzi i suoi riff si nutrono di quel ambiguo, oscuro, desiderio incoffesato e incoffensabile che alimenta il blues. 
Il diavolo si aggira anche in Texas e la rovente e splendida 
Dallas si porta con se guai e pistole tanto da squilibrare l’inizio della ipotetica seconda parte, più artificiosa e incosistente appare 
Somebody troppo esile che sembra sfilacciarsi con quei coretti piuttosto stucchevoli e nemmeno la ballata d’amore 
Here by Me riesce a stare a galla tanto che 
Let Me Know e 
Back To Bed devono sudare per rimettere le cose a posto, affidandosi al blues classico e assestando nel finale una strumentale coi fiocchi, gli 8 minuti di 
Boomerang Song e tra la cupa 
Champagne & Reefer e l’altra strumentale della Hidden Track, 
Forest of Pine tiene ancora in vita l’etichetta “
Wes Jeans is a true to the Blues Texas star”.