
Cresciuto in giro per il Texas insieme al chitarrista fratello Tim, ne ha condiviso il palco con i ‘Figli del Deserto’, band di alternative country che 
Drew Womack ha condotto verso Nashville perché a lui il fascino dell’honky tonk lo attirava più di ogni altra cosa. Ne è seguito un lungo matrimonio, una marea di hit radiofonici e dischi dal profumo mainstream per quello che veniva etichettato come astro nascente dell’industria patinata della country music. 
Il ragazzo una volta cresciuto è tornato a casa con la moglie, nella bella e tranquilla Austin, per crescere i figli riscoprendo le radici e allargando gli orizzonti musicali ha compreso che era il momento giusto per realizzare un disco da solista e senza deludere i suoi fan di vecchia data, ha pubblicato il suo primo album che porta il suo nome semplicemente ma anche qualche piacevole sorpresa: la collaborazione con artisti del calibro di Radney Foster non può che arricchirti e una maggiore consapevolezza delle proprie origini hanno reso più densa la melodia che tra un leggero pop, country, mandolini e armonica del Texas impiegano molto poco per andare a segno: 
Hey Daisy è una country-rootsy ballad molto bella, Drew ha una voce limpida e l’aria di Nashville resta sullo sfondo senza far danni, ma comunque resta in circolo tra le chitarre e il vigore della spensierata 
Any love at All e quando la si perde per strada tra la polvere del Lone Star State allora in 
Premium Gasoline la slide è più ruvida e il rockaccio agreste è quello che ci serve per inquadrare il nuovo corso di 
Drew Womack. 
Seppur la strumentazione non dimentica i mandolini, il mainstream prende piede in 
That’s Just Me, meglio la dolcezza elettro-acustico di 
Leaving october o le contaminazioni elettriche di 
To Her and Back anche se 
Fastest way to Texas le batte tutte. Di certo non troverete canzoni scontate in 
Drew Womack, 
Waiting on a Bullet ha riff interessanti e l’intro di 
Devils Working Overtime non regge per tutta la durata del brano ma si ascoltano lo stesso, meglio il finale con la scoppiettante 
Fine art of Failure e il percorso roots di 
Tearin it up Tonight a dir poco splendido. 
Drew Womack ha ancora scorie del passato attaccate a dosso, ma la stoffa da songwriter e la musica di casa sicuramente lo porteranno lontano (uno che scrive una ballata pianistica come la struggente 
Melancholy Cafè, un ascolto lo merita o no?)