 Honeydew
Honeydew è il nuovo vibrante disco di 
Shawn Mullins, un disco completo e il più intenso della sua discografia (questo è il 12°): “
These songs are character sketches of people I've come across and places I've traveled through”, racconta l’artista che fa sue le riflessioni della gente comune che affollano i testi del suo nuovo disco. Inciso in Georgia nell’arco di una pausa durante il proprio tour, auto-prodotto come il delizioso 
9th Ward Pickin' Parlor, deve molto allo stuolo di professionisti che dividono con lui la scena, ovvero Patrick Blanchard al basso, il multi-strumentista Clay Cook, il batterista Gerry hanson, il mandolino di Kip Conner e la chitarra di Peter Stroud, senza dimenticare collaborazioni illustri come Francine Reed (Lyle Lovett) nella soul-blues 
Homeless Joe e nella splendida 
All in My Head, che apre 
Honeydew nel modo migliore: questa canzone è stata registrata nel 2002, originariamente solo con uno scheletro acustico, qui trova freschezza e vigore. 
Shawn Mullins nell’ultime due decadi è passato dal folk al pop, dal country al soul e non si è mai trovato troppo a proprio agio nei panni del songwriter, ma tutto è cambiato dopo 9th Ward Pickin' Parlor, la creatività e l’esperienza passata hanno trovato una stabilità e una confidenza nei propri mezzi. In quest’ultimo 
Honeydew le canzoni sembrano avere una propria anima, nessuna forzatura basta ascoltare la splendida 
The Ballad of Kathryn Johnston’s, dal retro southern e younghiana che ben descrivono una storia amara su una donna di colore, tra paura, una pistola e la solitudine alle belle 
Cabbagetown e 
Nameless Faces, chitarristiche, nervose e piacevoli o nei riff della raffinata 
Leaving All Your Troubles Behind, dove una ragazza tra le montagne della Georgia ha il coraggio di non tornare suoi propri passi e cambiare aria. 
12 canzoni che si dividono tra Americana, rock, folk, blues e spruzzate country dove Mullins trova Johnny Cash nella risonante 
For America, ballata patriottica anti-Iraq tra torta di mele, whiskey e sigarette. Ma in Honeydew ci sono anche ballate delicate come 
Home, un’acustica folk-sad song, malinconica, scritta nel ricordo di una triste scomparsa a 
Fraction of a Man dove venditori porta a porta si interrogano sulla vita alla waitsiana e strampalata 
See That Train. Insomma il redivivo 
Shawn Mullins continua con 
Honeydew a regalarci dell’ottima musica.