
Arriva dal Canada, precisamente da Vancouver, questo cantautore roots che compone una manciata di piacevoli canzoni impastate qua e là di alternative country. 
Dustin Bentall è il suo nome e 
Streets with No Lights è il suo debutto. Questo giovane "cowboy" (a vederlo si direbbe del West Texas…) sembra essere cresciuto musicalmente con il mito di Gram Parsons, Bob Dylan e dei mitici Crosby, Still, Nash & Young (questi ultimi vengono celebrati da una cover d’altri tempi, una 
Helplessly Hoping davvero suggestiva e ben cantata: aiutato dalla band ai cori e dal suono soffuso di una magnetica chitarra acustica suonata da Adam Dobres), e per il resto le fondamente della sua musica poggiano nel folk-country, con i testi delle canzoni che riportano principalmente esperienze di vita vissuta, della sua di vita, anziché strizzare l’occhio a storie d’amore di pura finzione e di facile approccio. 
Le 10 canzoni di 
Streets with no Lights hanno la giusta combinazione tra ballate piene di pathos (
Such a Shame decisamente su tutte, un gioiellino con solo finale davvero suggestivo) e armoniose roots songs, canzoni che sono come una soffice brezza nel deserto, sentire la title-track dove le influenze di un certo Steve Earle sono piuttosto evidenti. 
Dotato di una voce limpida e carismatica, si accompagna al suono di armonica che pervade un po’ tutto il disco, infatti apre e solca la successiva 
Crash Hard, altra ballata roots con mandolino e steel guitar che si ascolta con piacere. Brani elettro-acustici aggrazziati e piene di fascino, come 
Cold and Lonely da una parte e roots spigliati, 
See it Comin’ e country corposi e alternative, 
The River Song e 
You Know Nothin’ dall’altra. Chiudono un esordio interessante il bluesaccio 
Handful of the Blues e la ballata 
Blackie.