
I colori dell’America di 
Otis Gibbs non sono quelli della West Coast, meno vividi, ma l’atmosfera ‘dark’ giova a 
The Trust of Crows.
Come una fotografia più sporca della realtà, giocata su una serie di chiaroscuri e ballate nel folk/Americana (
Eastside, Drawn To Darkness a Empty Spaces), di penombre elettriche che giovano alla bellezza di 
Holy River Blues e Raze.
La forza di Otis Gibbs è che non illumina nulla, riprende il reale così come gli appare, percorsi di vita, quelli lasciati defluire nel rock (convincono 
Ditchweed, Unloved Flower e Mountains) e la complessità di una storia emerge da un naturalismo di fondo, da una semplicità molto lineare nella scrittura.
Autunnale, piovoso, “gloomy”, anche in quei rari momenti in cui i raggi di sole riescono a filtrare la fitta vegetazione di The Trust of Crows.